LA ROTTURA DELL’UOV(M)O

LA ROTTURA DELL’UOV(M)O – a cura di Scuola di Arti Olistiche Ierà

“Se un uovo viene rotto da una forza esterna, la vita finisce. Se un uovo viene rotto da una forza interna, una vita inizia. Le grandi cose iniziano sempre da dentro.”.

Questo aforisma, attribuito ad un anonimo, ben delinea e descrive la condizione umana.

Abbiamo scelto di vivere in un mondo di gravità e pressione, ma la stragrande maggioranza delle persone non ci fa caso e decide di soggiacervi placidamente. E non si tratta solo di condizioni fisiche, legate alle caratteristiche del nostro pianeta. Queste non sono che la manifestazione esteriore di nostre proiezioni interiori. La pressione atmosferica, la forza di gravità che ci schiaccia continuamente al suolo rappresentano l’ottava fisica e materiale di condizioni di ben più ampio respiro che caratterizzano e, spesso, condizionano la nostra vita.

Il problema è rappresentato dal fatto che l’enorme pressione cui siamo sottoposti, che determiniamo nella nostra quotidianità, poco a poco ci conduce alla morte. Siamo destinati a soccombere ai nostri disagi, ai nostri problemi, alle situazioni dolorose che ci causiamo.

Non siamo consapevoli di questo processo perché lo osserviamo tutti i giorni. Lo vediamo nelle vite di tutti e questo fa sì che lo consideriamo normale. Ma “mal comune” non è mai “mezzo gaudio”. E’ solo una diffusa aberrazione cui siamo convinti di resistere, ma che ci strema in uno stillicidio senza posa.

Lo stoicismo che dimostriamo nell’affrontare il dolore e il disagio è solo una rappresentazione fallace. Per resistere e risolvere le situazioni che ci si parano di fronte, utilizziamo strumenti, anch’essi invischiati nelle stesse dinamiche del problema. Trovandosi sullo stesso piano, non potranno mai risolvere la situazione. Al più, potranno darci l’illusoria sensazione di averla tamponata, di aver messo una pezza.

Una condizione di questo tipo non è sbagliata di per sé. Tutta questa pressione è funzionale al nostro processo di acquisizione di consapevolezza.

In alchimia si considerano la frizione e l’attrito prodotti da queste due forze in apparente opposizione – pressione esterna e resistenza interna – come processi fondamentali per la creazione di quel calore interno che consente di trasmutare le componenti più grevi e grezze in componenti più vibranti ed elevate.

Però è un processo che richiede consapevolezza. E’ indispensabile scegliere di lavorare volontariamente in quella direzione affinchè ciò avvenga. In caso contrario, semplicemente subiamo la pressione e ne traiamo dolore, tristezza e sofferenza, senza alcuna possibilità di emancipazione.

Capita, non di rado, di parlare con persone che si rendono conto del dolore presente nella loro vita ma hanno troppa paura di uscire dalla loro zona di comfort – per quanto disfunzionale – e affrontare a viso aperto un lavoro sistematico su se stessi.

Ed è qui che le forze esterne rompono l’uov(m)o e la vita cessa. Magari non subito, ad un’occhiata superficiale. In realtà, in questo caso, la vita non è mai iniziata. Quella persona è sempre e soltanto sopravvissuta e lo farà finchè avrà energia sufficiente. Quando le pressioni esterne saranno in grado di prevaricare la sua resistenza, cesserà anche di sopravvivere.

In un passo del vangelo di Luca, Gesù esprime molto chiaramente la condizione umana. Quando invita una persona a seguirlo, questi gli risponde chiedendogli di dargli il tempo di seppellire suo padre che era appena morto. Ma Gesù gli risponde: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti…”. Gesù considerava coloro che vivevano nell’inconsapevolezza e nel sonno della loro apparente veglia come esseri già morti. Invita questa persona, in modo perentorio se vogliamo, a non perdere più nemmeno un istante e a mettersi immediatamente a lavorare consapevolmente su di sé e per il proprio Risveglio.

Nel medesimo passo, poco dopo, ripete lo stesso concetto, con altre parole, ad un altro che vorrebbe seguirlo. “Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».”.

Sembra duro nelle risposte, ma non potrebbe essere più amorevole. Gesù sa di non poter condiscendere alle umane debolezze di coloro che vorrebbe seguirlo. Così facendo non produrrebbe altro risultato che rafforzare la loro condizione disfunzionale. Invece li scuote e dice loro che, se vogliono seguirlo, devono farlo istantaneamente, senza ripensamenti.

In più di un’occasione invita i discepoli e altri del suo seguito a lasciare tutto, subito, e a seguirlo. Non esiste altro modo.

Preso atto che viviamo in un mondo di forze esterne soverchianti e che è un dato di fatto che abbiamo scelto di vivere su un piano d’esistenza con tali caratteristiche, possiamo operare scelte differenti.

Il primo passaggio è facile. La situazione in cui vive l’essere umano è sotto gli occhi di tutti, anche degli osservatori meno attenti.

Il secondo passo è altrettanto semplice, ma richiede volontà. E’ necessario decidere di utilizzare l’energia e lo sforzo che profondiamo per contrastare la pressione esterna, per produrre pressione dall’interno.

Se proprio rischiamo di fare una frittata, tanto vale rompere noi l’uovo che siamo, senza lasciare che sia ciò che viviamo a frantumarci.

La condizione che ci siamo scelti prevede già sforzo. Tanto vale decidere di produrre uno sforzo funzionale e proattivo anziché vano e privo d’efficacia.

Molti utilizzano come alibi per non lavorare su se stessi il fatto che sarebbe troppo difficile, troppo faticoso, senza rendersi conto che faticano già, quotidianamente, solo per sopravvivere. Affrontare un cammino di riscoperta di Sé non prevede maggiore sforzo. Fornisce semplicemente gli strumenti affinchè quello sforzo sia mirato e produca risultato.

Solo se l’uov(m)o viene rotto dall’interno una vita inizia. Non esistono altri modi nè altre strade.

E’ tutta la vita – per non dire di più – che ci alleniamo, seppur inconsapevolmente. Siamo addestrati e abituati a produrre sforzo. E’ solo la paura che può farci affermare di non essere in grado di lavorare su di noi per mutare e trasformare la situazione e la nostra qualità di vita.

A questo proposito c’è un altro aforisma interessante: “Un diamante è solo un pezzo di carbone che ha gestito lo stress eccezionalmente bene.”. Lo stress è pressione. L’immensa pressione dettata da tutte le forze che, nel tempo, sono in grado di trasformare del carbone in un diamante.

Ma per gestirle eccezionalmente bene è imprescindibile farlo consapevolmente.

A tutti è dato di scegliere se rimanere dei pezzi di carbone oppure trasformarsi in diamanti. Non sono necessarie qualità particolari. Solo la volontà sufficiente a decidere di usare tutte le forze interne ed apparentemente esterne allo scopo che ci prefiggiamo.

Non siamo poi così diversi da un uovo, sotto molti aspetti. E, non a caso, l’uovo racchiude una potente simbologia esoterica. Ma, in questo articolo, vogliamo darvi una nostra lettura.

Il guscio rappresenta la nostra personalità, l’immagine di noi che abbiamo costruito ad hoc e che portiamo nel mondo. Essendo una maschera, una corazza posticcia è estremamente fragile, per quanto ci appaia radicata e per quanto siamo identificati con essa, ritenendola stabile.

L’albume è la rappresentazione della distanza che separa la nostra personalità dalla nostra vera natura: il tuorlo.

Quest’ultimo è celato dagli strati che inconsapevolmente abbiamo edificato nel tempo, ma è da questa forza prorompente che deve partire lo stimolo a rompere il fragile guscio e iniziare a vivere davvero.

Se lasciamo che sia l’esterno a determinare la rottura del guscio vivremo sempre nella paura, consci dell’estrema fragilità di ciò con cui ci identifichiamo. Se, al contrario, sceglieremo di rompere il guscio dall’interno, avremo la possibilità di riacquisire il nostro autentico potere e attraversare le pressioni esterne come un dono. Non una minaccia in grado di porre fine alla nostra vita, ma una forza che gestiremo a nostro vantaggio per camminare liberi e sicuri nel mondo.

 

 

Condividi: